ANALISI DEL DISCO
il disco presenta 20 tracce per un totale di 69 minuti di buona musica. contiene collaborazioni importanti come quella del vecchio socio Dargen d'Amico e partecipazioni non da meno come i famigerati Lamaislam e Vincenzo da Via Anfossi (le loro sono prime apparizioni, si affermeranno come i Dogo nella scena rap italiana poco tempo dopo). Togliendo i tre intermezzi, da meno di un minuto l'uno, ci ritroviamo tra le mani 17 tracce valide; Analizziamole:
1) Intro
2) Cronache di Resistenza:
Gue parte forte, critico, rivoluzionario, black block. sono passati meno di 20 mesi dall'assasinio di Carlo Giuliani in piazza alimonda a genova. il ricordo a Gue brucia dentro e vuole dimostrare con ritmica e buon voce tutto il suo sdegno verso una classe politica scomoda, ai potenti della terra che vogliono manipolare il sistema e verso una chiesa che presto scopriremo non é di certo il suo più grande amore. fa diversi riferimenti all'atto del fumare, legale o illegale che sia, stampa bene in mente agli ascoltatori il suo atteggiamento ribelle, figo, riflessivo. Voto 8
Jake la furia secondo me non attacca le prime barre in modo ottimale ma nel giro di 6 secondi ribalta la situazione sfoggiando rime che entreranno nella storia per i fans, una ad esempio "Noi, generazione post BR figli della bomba, voi, generazione di pr figli della bamba". e' carico il ragazzo e come lo zio guè rima forte contro il sistema fatto secondo il suo punto di vista di sbirri corrotti e abusi di potere. cita per la prima volta nel disco la sua città, milano, conosce il suo territorio e vuole preservarlo, difenderlo, come un buon dogo argentino. voto 7,5
La parte finale vede un back2back tra Jake e Gué che rappano 3 parole a testa alla volta, bella trovata per concludere in belleza questa track memorabile. Sparano barre potenti ribadendo la loro posizione da "forze del disordine" contro i già citati poliziotti e i media. concludono con una frase d'effetto piena di significato "il mondo va a puttane, cane mangia cane, e io mangio per ultimo". voto 8
LA BASE: il lavoro del beatmaker, come sempre fondamentale, in questo caso a mio avviso prende la sufficienza piena senza però strafare. la base risulta in più punti troppo classica anche se, sicuramente, azzeccata. Voto 6,5
Voto finale 7,5